Livorno / Cosa fare e vedere / Macchiaioli e Postmacchiaioli labronici
Scopri la corrente pittorica italiana più rilevante tra ‘800 e primo ‘900
“La macchia è la solidità dei corpi di fronte alla luce”
Giovanni Fattori
Il gruppo dei Macchiaioli, riunitosi a partire dal 1855 intorno ai tavoli del Caffè Michelangelo di Firenze, comprendeva un gruppo di giovani artisti che, accomunati dalla ribellione contro il sistema accademico e dalla volontà di dipingere dal vero, svilupparono la nuova teoria pittorica della “macchia’’.
Un approccio alla rappresentazione del reale attraverso campiture di colore che ripropongono ciò che la luce disegna. Macchie di colore, distinte, accostate, sovrapposte, che interpretano forme, profili e volumetrie col massimo della sintesi descrittiva e della potenza espressiva.
Per questo, Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Vincenzo Cabianca, Cristiano Banti, Silvestro Lega e molti altri, in virtù della loro spinta innovativa, sono considerati gli esponenti del più importante movimento pittorico dell’arte italiana tra Ottocento e primo Novecento e sicuramente il più rappresentativo dell’avanguardia risorgimentale.
Anche in chiave europea, senza niente togliere al valore universale degli Impressionisti, la critica internazionale sta finalmente riconoscendo il contributo dei Macchiaioli allo sviluppo dell’arte moderna anche in rapporto alle maggiori correnti artistiche del tempo. Un contributo riconosciuto persino sul fronte della pittura paesaggistica nella quale, attraverso la macchia e l’approccio verista della loro pittura en plein air, i Macchiaioli addirittura anticiparono, per alcuni aspetti, la ricerca degli Impressionisti francesi.
I Postmacchiaioli sono un gruppo di artisti che, ispirati dall’insegnamento dei macchiaioli, hanno trasformato l’approccio pittorico della macchia trasportandolo nella modernità dei primi decenni del ‘900. Dai Gioli alla famiglia Tommasi, da Oscar Ghiglia a Plinio Nomellini, da Llewelyn Lloyd a Ulvi Liegi, da Mario Puccini a Giovanni Bartolena, ciascuno di loro ha rielaborato in modo personale la lezione dei maestri. Alcuni sono rimasti più fedeli ai loro dettami, come i fratelli Tommasi, altri, come Mario Puccini, hanno seguito una direzione più autonoma, altri ancora, come Nomellini, si sono spinti fino al Divisionismo.
I centri intorno ai quali hanno sviluppato la loro pittura erano principalmente Firenze, presso il Caffè Michelangelo, e Livorno. Questa città, col suo spirito cosmopolita e la sua luce unica, era in effetti una valida alternativa al capoluogo toscano, tanto che molti artisti e appassionati d’arte del tempo la adottarono come luogo di residenza permanente eleggendo un nuovo punto di ritrovo: il Caffè Bardi. Un luogo dove, oltre ad Amedeo Modigliani, erano soliti incontrarsi e confrontarsi gli artisti che facevano capo allo studio di Guglielmo Micheli, l’allievo prediletto di Fattori, che seppe trasmettere ai suoi allievi quell’apertura e quella libertà espressiva che caratterizza la maggior parte dei postmacchiaioli labronici.
Vi siete incuriositi? Bene. Il Museo Fattori vi aspetta per darvi modo di conoscere e godere in prima persone delle opere di questi straordinari artisti.
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