Se amate le destinazioni alternative, Capraia è la vostra meta ideale. Un’isola ancora poco conosciuta e frequentata, immersa nel verde della macchia mediterranea e nell’azzurro del mar Tirreno che vi offrirà emozioni, pace e relax durante tutte le stagioni dell’anno. A circa 36 miglia marine da Livorno, da dove è raggiungibile in tre ore di traghetto, è l’unica isola fruibile dell’Ambito turistico livornese. Gorgona infatti, molto più vicina alla costa ma ancora oggi isola penitenziaria, è visitabile solo se accompagnati da guide abilitate. Capraia è la terza isola per estensione dell’Arcipelago Toscano, Area protetta, Parco Nazionale e sito UNESCO. E’ stata colonia penale dal 1873 al 1986 ed è anche l’unica isola vulcanica dell’Arcipelago. Lungo le sue coste frastagliate, modellate dal vento e dal mare, sono infatti evidenti le stratificazioni laviche, in particolare presso la spettacolare Cala Rossa, dove le rocce variano dal rosso al nero contro lo sfondo smeraldo del mare.
I fondali di Capraia sono un vero e proprio paradiso marino. Se siete amanti del diving e dello snorkeling, potrete immergervi in acque cristalline che degradano verso il blu profondo, ammirando nel loro habitat, tra picchi e praterie di posidonia, alcune delle specie ittiche più nobili del mediterraneo, come cernie, ricciole, dentici e orate. Tutto il perimetro dell’isola, facilmente visitabile noleggiando una barca o acquistando un’escursione in battello, è un susseguirsi di scogliere a picco, baie nascoste, calette segrete e grotte misteriose nelle quali trova ancora riparo una delle creature più rare e schive del nostro mare: la Foca Monaca. Una specie ormai minacciata di estinzione (in natura ne sopravvivono meno di 700 esemplari) che sceglie spesso Capraia tra le 20 località mediterranee che ancora frequenta.
Cosa c’è di più bello che poter nuotare in mare aperto senza preoccupazioni? Capraia è una delle poche isole dove potrete concedervi un’esperienza del genere, grazie alla totale conservazione e tutela delle sue coste. Il Miglio Blu è infatti un corridoio all’interno del quale vige il divieto di navigazione, ancoraggio e ormeggio, riservato allo swimtrekking e allo snorkeling, e più in generale alle attività di nuoto libero in mare aperto. Realizzato mediante ventidue boe (alcune delle quali dotate di segnalazione luminosa notturna) si estende lungo un percorso di andata e ritorno che consente di nuotare per un miglio nautico nelle acque smeraldine di Capraia in tutta sicurezza.
Se non avete mai fatto hiking su una piccola isola, Capraia è davvero la vostra destinazione ideale. Tra piccoli rilievi montuosi e strette valli, il suo entroterra vi offrirà un paesaggio aspro e selvaggio, facilmente visitabile attraverso una vasta rete di sentieri. Questi si snodano nella vegetazione aprendosi su panorami incredibili affacciati sulla Corsica e le altre isole dell’Arcipelago Toscano. Un tripudio di macchia mediterranea e specie endemiche dove trova riparo una ricca avifauna di specie migratorie e stanziali, come il marangone dal ciuffo, la berta, il raro gabbiano corso, il venturone corso, il gheppio, il falco pellegrino e il corvo imperiale.
Non meno gradevole è l’abitato dell’isola, con soli 200 isolani, che si divide tra un vivace nucleo di pescatori intorno al porto e un piccolo borgo antico adagiato all’ombra del forte di San Giorgio: un antico castello genovese del 1540 costruito dopo la distruzione di un preesistente forte pisano del XII secolo ad opera del famigerato pirata Dragut.
Ma le tracce lasciate sull’isola delle incursioni dei pirati saraceni e turchi non sono le uniche che troverete. Abitata sin dall’età del bronzo, frequentata dai più antichi navigatori fenici, greci ed etruschi, sede di insediamenti romani, patria di antichi eremiti anacoreti e monaci cristiani, l’Isola di Capraia conserva infatti numerose testimonianze della sua lunga e particolare storia che vi invitiamo a scoprire.
Benché poco accessibile, Capraia è ancora oggi un’isola agricola che conserva le sue radici rurali e contadine. Rimarrete stupiti nello scoprire gli antichi palmenti: vasche scavate nella roccia, nelle quali si pressavano i grappoli d’uva per ricavare il vino locale.
E sui terrazzamenti scoscesi recentemente recuperati, tra cespugli di elicriso e bacche di mirto, sono tante le colture riportate agli antichi fasti di cui potrete godere. Dai vigneti all’ampia gamma di vini tipici, dalle olivete (che producono un ottimo olio extravergine d’oliva), agli ortaggi o alle coltivazioni più particolari come i capperi, i pistacchi e lo zafferano. Per non parlare dell’allevamento di capre, dal cui latte vengono prodotti deliziosi formaggi caprini, e dell’apicoltura, che genera uno tra i più apprezzati mieli millefiori.
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