L’area costiera di Livorno, incluse le isole di Capraia e Gorgona, era un tempo protetta da un organizzato sistema di torri, alcune adibite all’avvistamento e alla segnalazione delle frequenti incursioni dei pirati barbareschi, altre invece erette con lo scopo di avvertire le navi della presenza di scogli e secche affioranti.
Tra quelle di Livorno ancora integre, oltre al Fanale Maggiore e al Mastio di Matilde della Fortezza Vecchia, sono ancora visibili la bellissima Torre del Marzocco, ormai inglobata dal porto industriale, la Torre di Calafuria, che troneggia sulla costa a sud della città e la Torre della Meloria che emerge in mezzo al mare dalle omonime secche. Altre invece sono andate perdute, assorbite da fortificazioni e castelli come quelle di Antignano, del Boccale e di Sonnino, oppure distrutte dal tempo e dalle guerre, come la Torre dell’Ardenza, di origine medioevale, la Torre del Magnale e la Torre Maltarchiata della quale restano solo pochi ruderi.
L’isola di Capraia, oltre l’imponente Forte San Giorgio, conserva invece ben quattro torri ancora in buono stato: la Torre del Porto, la deliziosa Torretta del Bagno, sul versante est dell’isola, la Torre della Regina, sul versante ovest, e la Torre dello Zenobito che domina sull’incantevole Cala Rossa.
Bellissima e suggestiva anche la Torre Vecchia dell’Isola di Gorgona, una struttura fortificata eretta dai Pisani nel XIII secolo che fa da contraltare alla Torre Nuova costruita invece nella seconda metà del ‘600 dai Medici.
Elegante e slanciata, la Torre del Marzocco è la prima grande opera realizzata dalla Repubblica Fiorentina a Livorno dopo averne acquisito il dominio dai genovesi, nel 1421. Sebbene rappresenti il primo suggello di un evento così importante, non si conoscono con precisione né la data di costruzione, avvenuta probabilmente intorno alla metà del ‘400, né il progettista che l’ha ideata. Attribuita inizialmente a Filippo Brunelleschi, poi a Lorenzo Ghiberti è stata recentemente avanzata l’ipotesi che il disegno della torre sia opera di Leon Battista Alberti. Resta il fatto che quella del Marzocco è una torre di rara bellezza, un capolavoro di sette piani caratterizzato da un alto stelo di 54 mt a pianta ottagonale, completamente rivestito in marmo bianco dei Monti Pisani. Sulle otto facce sono scolpiti in bassorilievo i nomi di altrettanti venti e, sotto i ponti dei beccatelli dell’ultimo piano, i quattro emblemi fiorentini. La Torre deve il suo nome al “Marzocco”, il leone rampante della Repubblica di Firenze che era raffigurato su una banderuola in bronzo posta alla sommità della cuspide, andata perduta nel ‘700 a causa di un fulmine. Nel XVI secolo, il duca Alessandro de’ Medici la dotò di un fortilizio militare, che si rivelò cruciale durante l’assedio del 1496 e durante la difesa dagli attacchi austriaci del 1849. Con gli ampliamenti del Nuovo Porto industriale, la torre, un tempo circondata dal mare, è oggi inglobata tra le infrastrutture portuali, risultando purtroppo difficile da raggiungere e visitare.
La Torre della Meloria, situata presso le omonime secche a circa sette chilometri dal porto di Livorno, ha una storia ricca e articolata che risale addirittura al XII secolo. Eretta dalla Repubblica Marinara di Pisa intorno al XII secolo come punto di segnalazione contro le incursioni dei pirati e per avvisare dei pericolosi scogli affioranti, la torre è stata testimone di numerosi naufragi fin dall’epoca romana, tanto che i suoi fondali celano ancora oggi relitti di navi militari e civili. Distrutta dai genovesi nel 1284 durante la battaglia della Meloria, la torre fu ricostruita più volte. L’attuale struttura, alta 15 metri, si erge su quattro pilastri con archi ogivali, progettati per ridurre l’impatto delle onde. Nonostante periodi di abbandono, la torre è stata restaurata e consolidata nel 1986, preservando il suo antico splendore. L’area circostante la torre, estesa oltre 9000 ettari, è stata designata nel 2009 come Area Marina Protetta, riconosciuta anche come sito archeologico sottomarino. Nel 1722, nei fondali vicini alla torre, furono rinvenute quattro teste bronzee di epoca tardo rinascimentale: i Bronzi della Meloria. Raffiguranti Omero, Sofocle, Eschilo e una quarta di identità sconosciuta, le sculture sono oggi conservate presso il Museo archeologico nazionale di Firenze.
La Torre di Calafuria si erge maestosa lungo il pittoresco tratto di costa tra Antignano e Quercianella. Questa antica postazione d’avvistamento, risalente al XVI secolo, era un tassello fondamentale del vasto sistema difensivo di Livorno. La sua posizione strategica permetteva infatti di comunicare con le altre torri attraverso una catena di segnali di fuoco che giungeva fino alla città. L’architettura della torre è decisamente imponente: alta circa 20 metri, con una pianta quadrata con lati di quasi 8 metri, è sostenuta da un grande basamento a scarpa che ospitava una cisterna per l’acqua piovana. L’ingresso della torre si trova al primo piano, raggiungibile tramite una scala in muratura che porta ai due piani principali e all’attico, un tempo utilizzati per la vigilanza e come alloggi per la guarnigione. Il ballatoio superiore, che circonda tutti e quattro i lati, poggia su archetti supportati da mensole in roccia calcarea che ospitano ormai stabilmente una rara colonia di rondoni pallidi, una specie protetta di volatili che solitamente edificano i loro nidi su superfici piane, mentre sulla torre di Calafuria hanno scelto di costruirli attaccati alla parete.
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