Livorno / Cosa fare e vedere / L’entroterra di Capraia
Biodiversità e natura tutte da esplorare
Biodiversità e natura tutte da esplorare
Amanti del hiking e viaggiatori in cerca di un rifugio lontano dal caos quotidiano, venite a vivere Capraia, la più selvaggia e naturale delle Isole Toscane. Facilmente raggiungibile con un traghetto giornaliero dal Porto Mediceo di Livorno, quest’isola paradisiaca vi attende a soli 30 km a nord-ovest dell’Elba e vicina alla Corsica, pronta a offrirvi un’immersione totale nella sua natura. Dominata da cime che raggiungono i 445 metri d’altezza, Capraia vi offrirà un paesaggio variegato e mozzafiato, dove il tempo sembra essersi fermato. Il mare, di un azzurro cristallino, lambisce coste frastagliate, mentre l’entroterra si rivela un santuario di tranquillità, dove sentirsi parte di una natura che regna sovrana.
Nata dall’azione di due eruzioni vulcaniche, Capraia si distingue dalle altre isole dell’Arcipelago Toscano per la sua conformazione geologica. Le sue scogliere a picco sul mare, le rocce dai mille colori e la lussureggiante vegetazione mediterranea offrono uno spettacolo naturale che cattura lo sguardo e l’anima. Nonostante le dimensioni contenute, l‘isola sorprende infatti per l’incredibile diversità ambientale e paesaggistica che è in grado di regalare. Attraversata da una sola strada che collega il porto al pittoresco abitato, l’isola ha una storia antica, segnata in passato dalla presenza di una colonia penale che ha contribuito a preservarne l’integrità ambientale e il ricco patrimonio naturalistico. Dai percorsi impegnativi per escursionisti esperti a tranquille passeggiate per amanti della natura, i sentieri di Capraia, quasi tutti ben segnalati e immersi nei profumi della macchia mediterranea, vi offriranno un susseguirsi di scorci suggestivi e di panorami mozzafiato fino alla vicina Corsica.
Attraverso i suoi sentieri, Capraia svela non solo la sua storia ma anche le sue tradizioni rurali. Da un lato le antiche torri di avvistamento, le fortificazioni, i resti della colonia penale, dall’altro i luoghi naturali come lo Stagnone, l’unico lago naturale dell’Arcipelago Toscano, o l’insediamento romano del Piano, oggi riconvertito all’attività vitivinicola, oppure i palmenti, antiche vasche scavate nella roccia nelle quali si pressavano i grappoli d’uva. Tra cespugli di mirto, cisto marino e di elicriso sono infatti numerose le colture e le attività contadine riportate agli antichi splendori lungo i terrazzamenti oggi recuperati, dai vigneti alle olivete, dagli ortaggi alle coltivazioni di capperi, pistacchi e zafferano fino all’allevamento di capre, che ci regala deliziosi formaggi, e all’apicoltura, che produce uno dei più apprezzati millefiori della Toscana.
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