Pochi chilometri a sud di Livorno, nascosto tra le dolci pieghe delle colline toscane, sorge Montenero, un piccolo borgo che domina il mare e la città sottostante avvolto nei colori della rigogliosa vegetazione mediterranea. Da questa posizione privilegiata, i vostri occhi abbracceranno un panorama che si estende lungo tutta la costa labronica, dalla pianura di Livorno a quella di Pisa, fino a intravedere le isole dell’Arcipelago Toscano. Ricercato luogo di villeggiatura già dal ‘700, Montenero ospita numerose ville storiche tra cui Villa delle Rose, dove soggiornò George Gordon Byron, Villa del Buffone, originariamente sorta come casolare mediceo, Villa Carboni e Villa delle Pianacce.
Ma la vocazione di Montenero è prima di tutto religiosa. Questo piccolo centro abitato è infatti un simbolo per tutti i devoti della Madonna e meta continua di pellegrinaggi sin dalla metà del ‘300. Affrontando la celebre salita di Montenero, l’impervio tratto di strada che collega Montenero Basso con il Santuario della Madonna delle Grazie, sarà già come compiere la prima tappa di un viaggio sia fisico che spirituale. Un’esperienza quasi mistica di ascensione verso il divino che, giunti in alto, restituisce pace e contemplazione.
Il Santuario di Montenero, come molti luoghi di culto cristiani più antichi, è costruito in posizione elevata. Per rendere questo scrigno di spiritualità accessibile a tutti, agli inizi del ‘900 venne realizzata una funicolare che, nata semplicemente per alleviare la salita, è diventata parte integrante di un percorso emotivo e visivo unico nel suo genere. Lasciandovi trasportare dolcemente verso l’alto dalle antiche carrozze restaurate della Funicolare di Montenero vedrete Livorno dispiegarsi sotto di voi, rivelando a ogni metro di salita nuovi dettagli inaspettati e prospettive emozionanti.
Alla scoperta di uno dei luoghi di culto più noti della Toscana
Il Santuario della Madonna delle Grazie, noto anche come Santuario di Montenero, è davvero un luogo avvolto da un’aura di profonda spiritualità. Si erge maestoso e accogliente sopra Livorno, intriso di storie di fede e miracoli che hanno attraversato i secoli. Una basilica minore, elevata da papa Pio VII nel 1818, ben custodita dai monaci vallombrosani non solo come simbolo di devozione mariana, ma anche come scrigno d’arte e storia cittadina.
Secondo la leggenda, le origini del santuario risalgono al 1345 quando un pastore storpio, guidato dalla visione di un’immagine della Vergine Maria, decise di trasportarla su quello che un tempo si chiamava “Monte del Diavolo” e di deporla delicatamente vicino a una spelonca. Al termine del suo pellegrinaggio il miracolo si manifestò, restituendogli la salute e dando inizio alla venerazione di quel luogo col nuovo nome di Montenero.
Da allora, partendo da una modesta cappella, il santuario si è evoluto, crescendo attraverso i secoli, fino a divenire il ricco complesso che oggi accoglie e incanta i visitatori. Varcando la sua soglia, sarete avvolti da un’atmosfera suggestiva. L’atrio ovale, abbellito da raffinate decorazioni barocche, vi guiderà verso il cuore pulsante del santuario, dove un maestoso soffitto ligneo sovrasta l’altare che protegge il tabernacolo nel quale è conservata l’immagine sacra della Madonna.
Lungo i fianchi della chiesa potrete inoltre ammirare la galleria degli ex voto. Si tratta di una delle più ricche d’Italia, con oltre 700 opere realizzate a partire dall’Ottocento che offrono una panoramica affascinante e toccante delle grazie ricevute e dei miracoli attribuiti all’intercessione della Madonna di Montenero. Nella galleria si possono osservare non solo spaccati della vita popolare di un tempo, ma anche opere d’arte di notevole interesse. Tra queste spiccano le tavole di Giovanni Fattori e Renato Natali, artisti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte italiana.
Sul piazzale antistante il Santuario della Madonna delle Grazie noterete un loggiato composto da nove arcate a tutto sesto chiuse da cancellate in ghisa che, poggiate su pilastri d’ordine toscano, sostengono una grande terrazza di circa cinquanta metri: si tratta del Famedio di Montenero. Originariamente si trattava di un antico portico fatto erigere, a partire dal 1794, dall’abate don Rodesindo Marcucci per dare riparo ai pellegrini. Poi, nel corso dell’800 è stato trasformato in luogo di sepoltura dei personaggi livornesi più illustri. Il primo ad essere tumulato nel famedio è stato Francesco Domenico Guerrazzi, politico, scrittore e giornalista, seguito nel tempo da numerosi altri concittadini: Carlo Bini (1806-1842), scrittore e patriota, Enrico Pollastrini (1817-1876), pittore; Carlo Meyer, garibaldino e politico; Paolo Emilio Demi (1798-1863), scultore; Giovanni Fattori (1825-1908), pittore; Giovanni Marradi (1852-1922), poeta e scrittore; Ernesto Rossi (1827-1896), attore; Mario Puccini (1869-1920), pittore.
Altre personalità livornesi, sebbene non sepolte nel famedio, sono ricordate all’interno della struttura da epigrafi commemorative: Dario Niccodemi (1874-1934), commediografo e sceneggiatore; Gustavo Salvini (1859-1930), attore; Guelfo Civinini (1873-1954), scrittore, poeta, giornalista; Pietro Mascagni (1863-1945), compositore e direttore d’orchestra; Amedeo Modigliani (1874-1920), pittore e scultore; Giosuè Borsi (1888-1915), scrittore.
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