Le sette perle di Venere cadute nel Mar Tirreno

Immaginate di passeggiare sul lungomare di Livorno accarezzati dalla brezza e dal calore del sole. Il vostro sguardo, invaso della luce strabiliante che benedice questa città, si sposta verso l’orizzonte scorgendo le sagome di terre vicine.

Sono le isole del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che, insieme a una serie di isolotti minori, secche e scogli, emergono dalle onde creando un ponte naturale tra la costa livornese e la Corsica: un’estesa area protetta che dal 2003 è anche una Riserva MaB (Man and the Biosphere) dell’UNESCO.

Giocando a intuire i contorni di questo grande mosaico naturale, inizierete così a prendere dimestichezza con una delle più incredibili meraviglie del Mediterraneo: le sette perle di Venere cadute nel Mar Tirreno.

Tra romanticismo e mitologia, la leggenda narra infatti che Venere, appena nata, o meglio appena emersa dalle acque, nella fretta di raggiungere l’amato Eros, abbia fatto cadere in mare sette perle della collana che le aveva donato Paride. Sette perle che, invece che affondare, si trasformarono in isole popolate di piante e animali.

Conoscendole scoprirete che, effettivamente, la loro bellezza non può che provenire da Venere. Tutte emozionanti e tutte diverse l’una dall’altra.

La grande e bellissima Elba con i suoi ricordi napoleonici e la sua costa ricca e frastagliata, l’impervia, affascinante e vulcanica Capraia, la pianeggiante e brulla Pianosa, la misteriosa Montecristo, la piccola Giannutri, la granitica e verde Isola del Giglio, la poco accessibile Gorgona con la sua colonia penale agricola.

Diverse sì, ma anche tutte figlie di una stessa natura tirrenica incastonata nel Santuario dei Cetacei Pelagos: un patrimonio di acque limpide e cristalline, di scogliere, baie e calette struggenti, di spiagge paradisiache e accoglienti, di fondali infiniti e tramonti romantici che rievocano paesaggi lontani a poche miglia dalla costa livornese e toscana.