Livorno / Cosa fare e vedere / La Chiesa di Santa Caterina
Uno scrigno ricco di tesori nel cuore del quartiere Venezia
Uno scrigno ricco di tesori nel cuore del quartiere Venezia
All’interno del suggestivo rione della Venezia Nuova emerge imponente la Chiesa di Santa Caterina. Se vi trovate davanti a questo maestoso luogo di culto, sovrastato da una grande cupola di 63 metri che disegna il profilo dell’intero quartiere, non lasciatevi intimidire e, piuttosto, entrate a scoprire le importanti opere che custodisce.
Nel 1720, nonostante le difficoltà economiche in cui versavano, spronati dalla fede e dal seguito ottenuto a Livorno, l’ordine dei Domenicani volle avviare la costruzione di un proprio edificio di culto. Il 17 settembre dello stesso anno venne celebrata la collocazione della prima pietra. Eppure, ci sarebbero voluti oltre cento anni per arrivare alla sua consacrazione, avvenuta nel 1822, e quasi 150 per il suo completamento.
La costruzione, iniziata su progetto dell’architetto granducale Giovanni Del Fantasia, subì infatti vari ritardi e interruzioni. La cupola, ad esempio, dette problemi di stabilità e costrinse i progettisti ad avvolgerla nel torrione ottagonale che oggi la caratterizza. Durante questo ampio lasso di tempo, la direzione della fabbrica passò nelle mani di vari architetti: Alessandro Saller, Giovanni Masini ed infine Giuseppe Ruggeri. Anche la facciata in marmo, che secondo il progetto doveva essere costruita in stile barocco e abbellita da un ricco portico, non venne mai terminata.
Se l’esterno della Chiesa di Santa Caterina si presenta imponente e spartano, l’interno invece vi stupirà per grazia e eleganza. Una serie di alti finestroni che, a seconda dell’ora, modificano l’atmosfera, illuminano un ampio spazio a base ottagonale, finemente decorato e contornato da cappelle laterali.
La prima a destra dopo l’ingresso principale è quella di Santa Caterina. Essa presenta, oltre a una statua lignea della santa, un pregevole affresco di Giuseppe Maria Terreni.
Sull’altare maggiore spicca invece un prezioso dipinto a olio di Giorgio Vasari. Si tratta dell’Incoronazione della Vergine, un’opera tarda del grande artista toscano realizzata intorno al 1571 e il cui bozzetto preparatorio è conservato al Louvre di Parigi. La pala, originariamente collocata nella cappella di San Michele in Vaticano, venne probabilmente trafugata in epoca napoleonica per poi essere venduta all’asta e acquistata da Antonio Filicchi che la donò infine alla chiesa livornese.
L’imponente cupola che sormonta l’interno è suddivisa in otto scomparti decorati da Cesare Maffei al quale era già stata affidata la decorazione della sacrestia. La grande opera pittorica dell’artista senese, che ritrae i Quattro Evangelisti, alcune scene della vita della Vergine e San Domenico che riceve il rosario dalla Madonna, venne iniziata intorno al 1860 e conclusa nel 1876. Con i suoi 1500 metri quadrati di estensione è una delle superfici affrescate più grandi di tutta la Toscana.
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